Italia-Svezia 2.0

Sono passati esattamente quattro anni dal Novembre 2017, ovvero da quando l’Italia pareggiò a San Siro contro la Svezia dopo la sconfitta dell’andata dicendo addio al sogno qualificazione ai Mondiali di Russia 2018. Da quel giorno di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, l’Italia è riuscita anche a vincere i Campionati Europei di calcio a distanza di 53 anni dall’ultima volta, ma ecco che all’improvviso il calcio italiano è tornato a vivere un incubo.

Il pareggio per 0-0 conquistato da una scialba Italia sul campo dell’Irlanda del Nord e la contestuale vittoria della Svizzera per 3-0 contro la Bulgaria permettono agli elvetici di chiudere il girone al primo posto e di garantirsi il pass diretto ai Mondiali di Qatar 2022 che verranno disputati il prossimo dicembre. A pesare sulla qualificazione ci sono i due rigori sbagliati da Jorginho nelle due gare giocate proprio contro la Svizzera ma la sensazione diffusa è che questa squadra dopo la vittoria dell’Europa si sia rilassata e abbia creduto che il risultato fosse già acquisito. 

L’attacco resta il punto debole di questa squadra

Inutile girarci intorno: il calcio è un gioco spietato. L’ha scoperto sulla propria pelle Roberto Mancini che dopo essere stato osannato per la vittoria dell’Europeo oggi è salito sul banco degli imputati per la mancata qualificazione diretta alla rassegna iridata. La verità, come sempre, sta nel mezzo e l’impressione diffusa è che questa squadra abbia un disperato bisogno di trovare un centravanti in grado di fare la differenza. Immobile non riesce a esprimersi ai livelli cui ci ha abituato con la Lazio, Belotti fatica anche in campionato con la maglia del Torino, Raspadori è ancora immaturo e Scamacca è stato utilizzato talmente poco da non poter essere valutato.

La mancanza di un giocatore in grado di fare la differenza da solo pesa come un macigno soprattutto in partite sporche e chiuse come quella recentemente giocata a Belfast e da qui a marzo quando verranno giocati i playoff Mancini dovrà necessariamente trovare delle soluzioni per ovviare alla nostra scarsa pericolosità in fase offensiva.

Abbiamo quattro mesi per prepararci al meglio ai playoff e non possiamo fare altro che confidare in un sorteggio favorevole nella speranza di arrivare agli spareggi di marzo in una condizione fisica migliore rispetto a quella di queste ultime settimane.